Brenta trek 2

Tutto il trek
lunghezza: 28,4 Km.
dislivello: ascesa: +2299 m discesa: -2301 m
Tempo: 3 giorni
Altitudine max: 2659 m
Difficoltà: media

Questo è un bellissimo trek di tre giorni alla scoperta della stupenda val di Tovel e del Brenta settentrionale.
Le tappe
Primo giorno: Lago di Tovel -Bivacco di malga Flavona
Secondo giorno: Bivacco di Malga Flavona -- Ferrata Gustavo Vidi - Rifugio Graffer
Terzo giorno: Rifugio Graffer - Ferrata delle Palete - Malga Tuena - Lago di Tovel

E' adatto a chi possiede esperienza di ferrate. La ferrata G.Vidi è spettacolare, facile, adatta anche a famiglie, noi l'abbiamo fatta il pomeriggio del secondo giorno. La ferrata delle Palete, pur non essendo classificata come difficile, ha dei passaggi esposti e non attrezzati. Il suo tracciato costeggia dall'alto tutta la valle con bellissime vedute sul lago
Come arrivare: si esce dalla A22 a Mezzolombardo e si prende la strada per la Val di Non. Ci sono due strade che portano al lago di Tovel, la prima la si incontra all'iizio della valle, l'altra si prende un po' prima di arrivare a Cles. Il posteggio presso il lago è a pagamento in stagione

Primo giorno
Lago di Tovel - Malga Flavona
Lunghezza: 6,8 Km
Dislivello: 677 m.
Tempo: 2h30
Partiamo tardi in mattinata dal lago di Tovel 1178 m. perché la tappa di oggi è breve, solo due ore e mezza di cammino per raggiungere malga Flavona dove pernotteremo. Risaliamo la valle nel bosco sul 314 e giungiamo in vista di malga Pozzol 1632 m. situata ai piedi di un salto di roccia. Dalla malga ci sono due sentieri che raggiungono malga Flavona, noi prendiamo il 371 che sale sulla sinistra. La valle di Tovel è incassata tra il gruppo della Campa e est e il Brenta Settentrionale a ovest. E' percorsa dal torrente Tresenga che attraverseremo su un ponticello dopo aver superato malga Pozzol
I poderosi contrafforti del Brenta Settentrionale dal fondo valle incutono timore. Li attraverseremo in quota il terzo giorno sul sentiero delle Palete
Dopo aver superato lo zoccolo roccioso con una serie di serpentine il sentiero esce dall'ombroso vallone in Alta Valle di Santa Maria Flavona, un ampio anfiteatro caratterizzato da un bosco rado di larici e dal pascolo di malga Flavona 1860 m
Siamo ormai in vista della malga. Il sole sta tramontando sulle montagne del gruppo della Campa. Le mucche sono ancora all'aperto e un allegro scampanio ci accoglie

Malga Flavona possiede un bel bivacco dove dormiremo questa notte. E' ben attrezzato con mobilio nuovo e possibilità di fare cucina (ma poche stoviglie) scaldandosi con una fornella a legna (all'esterno ci sono ampie provviste); c'è acqua calda fornita dai pannelli solari; sotto il tetto ci sono dei letti a castello con materasso sprovvisti però di coperte per cui bisogna prevedere di portarsi un sacco a pelo. Non avendo molta fiducia nei nostri abbiamo chiesto delle coperte alla signora della malga, una donna dell'Est che gentilmente ha provveduto 
Pietra Grande e Cima Vagliana
La Campa


Secondo giorno
Malga Flavona- Grosté -Ferrata Vidi-Rifugio Graffer
Lunghezza: 10,3 Km
Dislivello: 1125 m
Tempo: 6h

Il mattino seguente lasciamo malga Flavona e ci incamminiamo sul sentiero 371 che risale un altro salto di roccia portandosi su una superiore zona di pascolo a quota 1968 m
Il Turion Basso con la sua caratteristica cima mozzata ricorda in piccolo il paesaggio della Monument Valley in Arizona
Ad un bivio ci immettiamo sul 371b che sale sulla destra del Turion Basso attraversando un bosco di larici. Prima del 1860 l'alta Valle di Santa Maria Flavona era una foresta. Fu disboscata per fornire il legname necessario alla costruzione della ferrovia del Brennero


Il 371b attraversa questo vallone e un po' prima della Sella del Turion si innesta sul 314 che avevamo abbandonato a malga Pozzol
Alla Sella del Turion ci innestiamo sul 301 in direzione del passo Grosté. Il sentiero attraversa risalendolo il pianoro dei Grostedi, caratterizzato da queste gradinate calcaree e carsiche. Qui si trova l'Abisso B1, un pozzo a neve profondo 178 m. sul cui fondo la neve è presente tutto l'anno creando un microclima caratteristico
Raggiungiamo il passo del Grosté 2444 m. da dove si gode una grandiosa vista sulla Presanella e il ghiacciaio dell'Adamello anche se oggi la vista è parzialmente limitata. Il passo mette in comunicazione l'alta Val di Tovel con il Passo Campo Carlo Magno al quale è collegato da una telecabina. L'ampio valico separa la parte centrale del gruppo di Brenta dalla sua parte Settentrionale
Il passo è un crocevia di sentieri e vi si trovano due rifugi, il Graffer, posto a 20' sotto il passo e il Rifugio Stoppani situato a pochi metri dal valico
A poca distanza dal passo risaliamo un ripido vallone per raggiungere l'attacco del sentiero attrezzato 390 dedicato a Gustavo Vidi, una guida alpinistica del posto. Sotto di noi il passo Grosté  
Nella sua prima parte la ferrata contorna su una aerea cengia la fiancata est della Pietra Grande 
Di fronte a noi si apre un grandioso panorama sulla Val di Tovel. Sotto si vedono i  magri prati di Prà Castron di Flavona
L'altopiano dei Grostedi e sullo sfondo il gruppo della Campa
Panorama verso sud con in primo piano Cima Grosté 2898 m. e sullo sfondo cima Falckner e cima Roma 2837 m
Il passo del Grosté
Il rifugio Stoppani con la stazione a monte della cabinovia

Da questa prospettiva la val di Tovel appare molto boscosa. Si vede sulla destra, anche se ora parzialmente coperta dalla vegetazione, la grande frana di sbarramento che staccatasi nel 1300 dal monte Corno ha ampliato un precedente bacino lacustre sommergendo la vicina foresta
Vista verso lo Spinale e la Val Rendena. Tutta questa zona di pascolo caratterizzata da dossi e conche in inverno è attraversata dalle piste da sci
Il sentiero poi gira a sinistra salendo fino alla cresta sud della Pietra Grande dove si trova un ponticello, quindi si sposta sul suo versante occidentale
Il versante ovest è caratterizzato da un alto zoccolo roccioso sovrastato da una cengia detritica attraversata dal nostro sentiero. Non c'è niente di difficile ma bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi  per non scivolare e fare un bel salto
I prati dello Spinale con il rifugio Graffer proprio sotto di noi
Oltre ad offrire grandi panorami il sentiero è interessante anche dal punto botanico e geologico
A circa metà della Cengia si devono superare alcuni canali per mezzo di funi e scalette
Vista verso Passo Carlo Magno con  le piste di Patascoss a sinistra e quelle di Pradalago a destra; in mezzo la val Nambino con il suo lago

Iniziamo l'attraversamento della cengia. Dobbiamo fare attenzione a non scivolare sul ghiaino 

La parte più spettacolare del percorso è alle nostre spalle. Guardiamo indietro verso il salto di roccia sopra al quale siamo passati
Il sentiero ora lentamente scende verso quel promontorio erboso che si vede  in lontananza
Siamo in localita Orto. Sotto il salto roccioso si vede il grande catino degli Orti della Regina verso il quale confluiscono i grandi ghiaioni. Questo anfiteatro roccioso è interessante dal punto di vista geologico per la presenza di fossili di molluschi bivalvi appartenenti al gruppo dei Megalodonti.
Raggiungiamo il dosso erboso dove il sentiero Vidi va ad innestarsi sul sentiero alpinistico 336 Claudio Costanzi che colllega il rifugio Graffer al rifugio Peller percorrendo in quota tutto il Brenta settentrionale. Sotto quel visibile bordo c'è la Val Gelada
Seguiamo ora il 336 diretti al rifugio Graffer dove pernotteremo. Il sentiero perde quota traversando i ripidi ghiaioni sotto gli Orti della Regina, quel pianoro che si vede ai piedi della Pietra Grande. Si narra che qui si fermarono a riposare e rifocillarsi delle povere guarnigioni guidate da una bellissima fanciulla prima di continuare il viaggio verso luoghi sconosciuti. Esse piantarono fiori ed erba cipollina E' forse un richiamo alla leggenda della regina Tresenga sconfitta nelle vicinanze del lago di Tovel che il sangue dei suoi soldati aveva arrossato. La zona è molto interessante dal punto di vista botanico perché popolata da una ricca varietà di flora alpina
Sotto la Pietra Grande
Due  rocce lassù attirano la nostra attenzione
Sì, sembrano proprio un re e la sua regina intenti a baciarsi!



Il rifugio Graffer è ormai vicino
 
Sul far del tramonto, come spesso accade, la nuvolaglia in quota si dissolve permettendoci finalmente di scorgere le montagne ad ovest


La Presanella al tramonto


Verso il Brenta Centrale
Ancora la Presanella


Terzo giorno
Rifugio Graffer - Sentiero delle Palete- Malga Tuena - Lago di Tovel
Lunghezza: 11,2 Km
Dislivello: Ascesa +439 Discesa -1680
Tempo: 8 h
Il rifugio Graffer 2261 m.
Il ghiacciaio dell'Adamello
 La Presanella
Verso il Brenta Centrale
Dal rifugio Graffer ritorniamo al passo del Grosté passando vicino al rifugio Stoppani ai piedi della Pietra Grande
Dal Grosté verso la Val di Non
In questo terzo e ultimo giorno ci aspetta la parte più impegnativa del trek  sia per lunghezza che per difficoltà ovvero il sentiero 306 delle Palete. Il sentiero è tra i più lunghi e spettacolari ma anche tra i meno frequentati del Brenta e permette la traversata in quota della catena settentrionale del Brenta. Noi lo percorreremo solo in parte e ad un certo punto lo abbandoneremo per scendere a malga Tuena. La parte attrezzata interessa soprattutto il tratto sotto il Passo delle Palete, passo che dà il nome al sentiero. Vi sono comunque numerosi tratti esposti non attrezzati che esigono attenzione e assenza di vertigini. Da evitare in caso di terreno scivoloso
Dal passo ci incamminiamo sul sentiero 306 passando sotto il vallone che abbiamo affrontato ieri andando all'attacco del Vidi
Nel primo tratto il 306 attraversa una zona prativa
Il Prà Castron di Flavona ai piedi della Pietra Grande
Lo spettacolare fianco est della Pietra Grande
Scendiamo ora lungo i prati con una bellissima vista sulla Val di Tovel 

L'alta Valle di S.Maria Flavona. Si distingue malga Flavona ai piedi del gruppo della Campa
Incontriamo il sentiero 334 che scende dalla Bocchetta dei Tre Sassi 2678 m. lungo la Val delle Giare
Zoom sul lago di Tovel


I ghiaioni della parte iniziale della Val Scura che taglia il gruppo della Campa in direzione est-ovest
Anche se siamo già a settembre inoltrato su questo soleggiato versante ci sono ancora molte piante in fiore 

Raggiungiamo l'inizio del tratto che porta al passo delle Palete situato nell'intaglio tra cima Palete (a destra) e il Corno di Denno (a sinistra) alla fine di un ripidissimo canalone franoso. Il sentiero risale la visibile parete rocciosa su cenge esposte e con un tratto verticale attrezzato con funi e staffe per poi entrare nel canalone nella parte finale della salita. Sono i 250 metri più impegnativi del percorso
L'avvicinamento al tratto attrezzato avviene su un sentiero stretto ed esposto privo di cordino 
Raggiungiamo il tratto attrezzato che non presenta in sè particolari difficoltà
Il materiale è un po' datato e la sicurezza della ferrata lascia a desiderare. Sapremo dopo della sua chiusura per manutenzione la settimana seguente al nostro passaggio 

Dopo il tratto su staffe un insidioso traverso su cengia esposta. Entriamo infine nel profondo canalone quando siamo ormai a pochi metri dal passo delle Palete e dove troviamo un provvidenziale cordino
Uno sguardo all'indietro sul sentiero 306
Vista dal passo delle Palete 2314 m. Sul fondovalle si vede il pascolo di malga Pozzol e sulla destra un tratto molto esposto del sentiero. In caso di terreno bagnato il passo delle Palete diventa a mio parere pericoloso e conviene evitarlo scendendo a valle sul 334 lungo la Val delle Giare
Dall'altra parte del passo delle Palete scendiamo lungo un ripido ghiaione che ci porta nella selvaggia Val Gelada di Tuenno, sui prati della Livezza Grande
Torri dalla punta arrotondata svettano sotto cima Paradiso 
Scendendo diamo uno sguardo verso l'alto. Il sentiero 380 risale la Val Gelada di Tuenno diretto all'omonimo passo posto a quota 2677 m.  Il salto roccioso che si vede si supera con un  impegnativo tratto attrezzato di 60 m. Il sentiero rappresenta una delle vie di rientro del sentiero Costanzi in caso di maltempo

Il sentiero continua scendendo dalla Livezza Grande verso il pascolo della Livezza Piccola contornando esposti pendici erbose solo parzialmente attrezzate dove in alcuni punti gli unici appigli sono i ciuffi d'erba
Cima Paradiso 2815 m

La  ricca flora dei pascoli della Livezza Piccola

A quota 2061 abbandoniamo il 306 che risale di nuovo verso Prà Castron di Tuenno e continuiamo a scendere sul 380. Giunti ad un successivo bivio prendiamo a destra il sentiero 310 che ci porta a Malga Tuena. Qui la fatica comincia a farsi sentire
L'alta val di Tovel dalla Livezza Piccola

Malga Tuena 1740 m
Malga Tuena è un ottimo posto per gustare dei prodotti tipici come il formaggio e la ricotta prodotti in loco. Vediamo attorno alla malga degli animali tra cui un'asina che zoppica vistosamente. Il gestore ci dice che è stata ferita da un'orso. Non ci resta che scendere al lago lungo il sentiero a serpentine che ci sembra eterno per via della stanchezza accumulata
Finalmente giunti sulle rive del lago facciamo una lunga pausa ristoratrice raffreddando i piedi nell'acqua




Troviamo il lago completamento immerso in un silenzio magico interrotto solo dal lieve sciabordio prodotto dai remi di questa barchetta


Scarica la traccia gps da Wikiloc

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