Brenta trek 1


Lunghezza: 35,17 Km
Dislivello: 3363 m
Tempo: 3 giorni
Altitudine max: 2345 m
Difficoltà: impegnativa

Un'escursione di tre giorni all'inizio di settembre nel cuore del Brenta.
Le Tappe
Primo giorno: Rifugio Montanara - Malga Spora.
Secondo giorno: Malga Spora - Malga Flavona.
Terzo giorno: Malga Flavona - Rifugio Montanara.

Un trek emozionante, senza particolari difficoltà ma abbastanza faticoso.
Quattro valichi : Clamer, Montoz, Gaiarda e Lasteri, tutti sopra i 2000 m.

La parte più impegnativa si è rivelata la salita verso il passo Clamer, forse perché non eravamo molto allenati ed era il primo giorno del trek. La tappa più lunga e la più bella è stata la seconda, quando si passa per la selvaggia val dei Cavai, si scende nella Campa, si costeggia dall'alto la val di di Tovel con il suo verde lago, per arrivare infine alla bellissima Santa Maria di Flavona. Il ritorno da malga Spora su Molveno passando per i Lasteri non è stato proprio una passeggiata: la stanchezza accumulata si è fatta sentire nell'ultima interminabile discesa verso il rifugio La Montanara.
Abbiamo dormito a malga Spora la prima notte (27 € la mezza pensione), la seconda nel bivacco situato presso malga Flavona (ben attrezzato). I paesaggi che si incontrano in questo treck sono mutevoli e bellissimi, la solitudine ed il silenzio pressoché totali, essendo zone poco frequentate dai turisti soprattutto in settembre (salvo malga Spora). Alcune malghe incontrate sul nostro cammino erano già chiuse come la Campa, Loverdina e Termoncello. Questo tracciato fa parte del BRENTA TREK, un percorso che esplora tutta questa meravigliosa zona in 11 tappe nella versione Expert. . Il rifugio La Montanara è raggiungibile da Molveno comodamente tramite l'impianto di risalita del Pradel
Come arrrivare a Molveno: Ci sono almeno due strade per raggiungere la località posta ai piedi del Brenta centrale. Quella che abbiamo scelto noi sale da Trento e percorre la Valle dei Laghi fino a Sarche. Da lì prosegue verso Ponte Arche-Madonna di Campiglio. Raggiunto un aereo ponte sul Sarca (prima di Ponte Arche) lo attraversa salendo poi in direzione di S.Lorenzo in Banale-Molveno. Purtroppo trovare un parcheggio gratuito a Molveno è quasi impossibile; noi abbiamo parcheggiato in un parking a pagamento situato non lontano della seggiovia (oggi divenuta cabinovia) per Pradel. Da Pradel un altro breve tratto di seggiovia (evitabile con una mezz'ora di cammino) ci ha portati al rifugio La Montanara da dove ha avuto inizio il trek
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PRIMO GIORNO: Molveno - Montanara - Spora
Lunghezza: 7 Km 
Dislivello: 1255 m . 
Tempo in movimento: 4 h


Abbiamo deciso di partire dal rifugio La Montanara per goderci una delle migliori vedute sul Brenta orientale. Ci concediamo anche un cappuccino e una fetta di strudel per cominciare alla grande il nostro primo trek nel Brenta. Seguiamo quindi le indicazioni per il rifugio Croz dell'Altissimo prendendo il sentiero 340b che ci fa inizialmente perdere 150 m. Il sentiero scende in un fitto bosco di abeti a ridosso di una fascia rocciosa caratterizzata da una serie di grotte e poi più rapidamente lungo il canalone del Tovo del Sasso con grandiosi scorci sulla Val delle Seghe e sul Brenta. Più sotto va ad innestarsi sul 340 diretto al rifugio Croz dell'Altissimo
Il Campanile Basso con a sinistra cima Brenta Alta e a destra gli Sfulmini
Mano a mano che ci inoltriamo nella valle il sentiero diventa più esposto. Dopo aver attraversato una corta galleria giungiamo alla base della parete sud del Croz dell'Altissimo, formidabile muro verticale dove sono state scritte pagine memorabili dell'alpinismo
Dopo aver superato un ghiaione rientriamo nel bosco giungendo in salita al piccolo rifugio Croz dell'Altissimo, punto di appoggio per varie escursioni
Al rifugio Croz dell'Altissimo ci fermiamo solo un momento
Poco lontano dal rifugio lasciamo il 340 diretto al rifugio della Selvata e girando a destra seguiamo il 322, l'impegnativo sentiero delle Val Perse che arriva fino alla bocca di Tuckett. Saliamo tra mughi e rocce in un vallone franoso e selvaggio alla cui base si trova molto materiale detritico
Sull'altro versante della valle scorgiamo il 340 che sale verso il rifugio Selvata
Il sentiero 322 passa nei pressi delle opere di presa di un acquedotto
In località Vallazza abbandoniamo il 322 per il 344 diretto al passo del Clamer
Ci aspetta una dura salita sotto il sole di mezzogiorno verso il passo del Clamer. Incontriamo alcuni tratti attrezzati e gradini in legno nelle parti più franose che si trovano nelle vicinanze del passo
Il Sas del Clamer è questo monolite a forma di testa che si trova su una cresta di roccia che si alza verso cima Clamer, non lontano dal passo
La Vallazza è un nome appropriato per questo selvaggio vallone. Si distingue la traccia del sentiero che la risale
Dal passo del Clamer 2164 m. scorgiamo i rifugi Tosa e Pedrotti sull'altro versante della valle
Cima Roma dal passo del Clamer

E' stata dura ma ce l'abbiamo fatta. Siamo andati piano per via degli zaini pesanti e della forma che non è perfetta
Dall'altra parte del passo scende un vallone molto meno ripido che conduce al Campo della Spora dove sorge l'omonima malga situata ai piedi del monte Fibion
In breve tempo (40') raggiungiamo il catino erboso del Campo della Spora accolti da gruppetti di mucche giulive

La malga 1860 m., di proprietà del Comune di Spormaggiore, durante la stagione estiva funge anche da punto di ristoro con possibilità di pernottare a prezzi modici (27 € per la mezza pensione). Quando arriviamo noi è ancora presto e non c'è quasi nessuno ma verso sera si popola di escursionisti, per lo più stranieri

Fuori stagione si può usufruire liberamente del bivacco, dotato di una locale cucina e alcuni posti letto
Il Crozzon della Spora 2353 m. domina la conca
Lo stallone e sullo sfondo la Cima dei Lasteri con il passo del Clamer

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SECONDO GIORNO: Spora - Flavona
Lunghezza: 16,5 Km
Dislivello: 1108 m.
Tempo: 5h50

Di buon mattino riprendiamo il cammino prima seguendo il 301 poi ad un bivio seguendo il 338 che risale la Val dei Cavai passando nei pressi di malga Cavedago (chiusa) e del rifugio Cacciatori di Spora
La Val dei Cavai affascina molto per il suo carattere selvaggio. Incuneata tra il monte Fibion e il Mular Basso vede il passaggio deglii orsi nei loro spostamenti in questa zona del Brenta. Lungo la risalita si alternano tratti ripidi ad altri meno impegnativi fino a raggiungere la larga insellatura del Montoz
Il valico del Montoz 2327 m. si situa tra il Monte Corona e una propaggine rocciosa della Cima di S.Maria e dà l'accesso all'alpe Campa
Scendiamo verso l'Alpe Campa, zona pressoché incontaminata e poco frequentata del Brenta tra rocce levigate dall'erosione e magri pascoli. Arriviamo all'incrocio con il sentiero 369 diretto verso la val di Tovel attraverso la val Scura
Dopo un tratto in piano il 338 perde quota lungo questo salto roccioso
Raggiunto un pianoro si mantiene ai margini di una grossa frana...

...continua in saliscendi lungo una serie di conche prative...

...raggiungendo infine Malga Campa, importante crocevia di sentieri
La malga, di proprietà del comune di Campodenno ha un accogliente bivacco e acqua potabile. Il pannello ci dice che stiamo seguendo uno dei sentieri che compongono l'anello del Brenta Trek
Dalla Malga Campa il sentiero 370 risale velocemente fino alla Bocchetta della Campa e poi scende per mugheti e lariceti fino alla Malga Loverdina m. 1768. Non incontriamo nessuno lungo il percorso, solo un'aquila che volteggia sopra di noi ci fa compagnia per un po'

Malga Loverdina ospita anch'essa un bel bivacco ma non c'è nessuna traccia di recenti passaggi di escursionisti. In settembre c'è poca gente da queste parti
Malga Loverdina è posta su un balcone naturale che domina la parte iniziale della Val di Non. La fatica ora comincia a farsi sentire anche se il sentiero non è particolarmente impegnativo
Da Malga Loverdina si deve proseguire in direzione di Malga Termoncello m. 1852 (dotata di piccolo bivacco) sul sentiero 330a fino a raggiungere il vicino Passo Termoncello m. 1856 in altri 30 minuti. Al Passo Termoncello si prende il sentiero 330
Malga Termoncello è situata su una bella sella prativa
Entriamo in un lariceto, percorriamo un traverso e usciamo nell'anfiteatro maestoso della val Strangola
I ghiaioni della Val Strangola
Il sentiero 330 rimane in quota restando piuttosto pianeggiante. Ogni tanto regala meravigliosi scorci come questo sul lago di Tovel
Sono chiamate marocche questi depositi di frana caratterizzati da grandi massi tra i quali crescono dense popolazioni di mughi
Arriviamo ad un punto in cui il lago di Tovel si mostra più chiaramente apparendo come una perla di smeraldo incastonata in una densa foresta. Deve la sua fama al fenomeno della fioritura di un'alga che colorava di rosso le sue acque fino ai primi anni degli anni '60
Dopo esser passati in località de Prà de l'Asen incontriamo +il sentiero 369 che risale i ghiaioni della Val Scura e passando per l'omonimo passo scende verso la Campa
Una grande mugheta e rari larici hanno colonizzato la base dei ghiaioni che scendono dalle cime del gruppo della Campa
Cima Val Scura
Nelle vicinanze dei pascoli di malga Flavona il sentiero passa sotto le alte pareti delle cime della Campa 
Da questo punto panoramico scorgiamo un paesaggio affascinante, vagamente western e diverso da quelli visti finora
Questo salto di roccia coperto dal bosco è uno dei tanti gradoni che caratterizzano la val di Tovel. Il sentiero attraversa ora quella radura virando a destra. Malga Flavona non è lontana
Il mio sguardo è attratto da questi veloci giochi di luci e ombre sulle rocce
Ecco finalmente malga Flavona con il bivacco che ci accoglierà per questa notte. Nel locale cucina c'è una stufa a legna e una centralina fornisce anche la luce elettrica. Fuori ci sono una fornita legnaia e dell'acqua corrente che va a riempire un tronco scavato. Nel dormitorio, sotto il tetto, ci sono dei materassini ma senza coperte per cui ci serviranno i nostri sacchi a pelo. Per precauzione chiediamo un paio di coperte ai malgari romeni che vivono nel locale attiguo al bivacco. Le coperte ci vengono date e ne approfittiamo per chiacchierare un po' con loro
Il pascolo di malga Flavona finisce dove inizia il versante boscoso della valle alla base della Pietra Grande visibile nella foto
Guardando verso nord
L'ora del tramonto si avvicina e le montagne cominciano ad accendersi


E' anche l'ora del ritorno del bestiame alle stalle

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TERZO GIORNO: Flavona - Montanara- Molveno
Lunghezza: 11,6 m.
Dislivello: +1178 m. -1530
Tempo: 4 h


Il mattino seguente siamo svegliati dall'allegro scampanio delle mucche che non vedono l'ora di tornare al pascolo
Lasciamo malga Flavona ancora mezzo assonnati e risaliamo il dosso boscoso sopra la malga sul sentiero 371
Raggiungiamo il bivio con il 371b che volge a dx verso la Valle di Santa Maria Flavóna e continuiamo a salire dolcemente nell'aria frizzante del mattino attraversando la meravigliosa prateria di Campo Flavona dove si fa notare il profilo di cono mozzato del Turion Basso. Fino al 1860 la piana era coperta da una foresta di larici che fu tagliata per fornire le traversine dei binari della ferrovia del Brennero, allora in costruzione. Questa pagina racconta quanto avvenne
Campo Flavona

Il sentiero compiendo alcune curve in leggera salita raggiunge la testata della valle e va ad intercettare il sentiero 301 che discende dal Grosté. Continuiamo su quest'ultimo costeggiando in salita il pascolo fino a raggiungere passo Gaiarda
Passo Gaiarda 2240 m. si trova tra il monte Fibion ed il Crozzon dei Mandrini ed è un passaggio obbligato per chi da Spora vuole raggiungere Flavona e il Grosté
Ora dobbiamo scendere questo vallone che ci riporterà al Campo della Spora
Il sentiero scende sulla sinistra tagliando i ghiaioni del Fibion poi passa sull'altro versante della valle per aggirare un salto di roccia. In poco tempo arriviamo a malga Spora dove facciamo un'abbondante colazione con latte burro e formaggio a km zero. Ripartiamo poi in direzione del passo del Clamer da dove eravamo scesi due giorni prima
Al passo del Clamer, oggi in pieno sole, prendiamo il 344b diretto al rifugio La Montanara. Il cartello indica 2h45 di cammino ma a noi la discesa sembrerà interminabile per via della fatica accumulata
Lasciato il passo del Clamer il 344b sale arrivando sotto la Cima dei Lasteri e mano a mano che si prende quota il panorama si fa sempre più vasto
Uno sguardo verso Il Campanile Basso e la catena centrale del Brenta
Il Fibion a sinistra e la Val dei Cavai a destra
Giunto alla base della cima dei Lasteri 2457 m. il sentiero devia a destra e raggiunge il passo dei Lasteri 2286 m. posto in una insellatura da cui si stacca il sentiero per il vicino Croz dell'Altissimo. Comincia quindi la lunga discesa prima su magri pascoli e roccette poi nelle mughete alternando ripiani erbosi con scarpate su rocce lavorate dal carsismo 
Il sentiero permette di ammirare la catena centrale del Brenta in una delle sue migliori prospettive


Scesi più in basso sentiamo l'aria calda del lago che sale e ci asciuga la pelle. Ci fermiamo spesso, un po' per far riposare le ginocchia un po' perché qui c'è tanto da vedere...ad esempio quei parapendio che lanciandosi da quel prato si spingono verso il lago. Ci promettiamo di provarci un giorno anche noi...chissà...

E' ora di congedarci dal nostro amato Brenta che ci ha regalato tre giorni splendidi
Prima di giungere alla Montanara il sentiero passa tra questi due alberi su una specie di scaletta:  per noi è l'uscita dal mondo di "lassù" e il ritorno alla vita quotidiana
Raggiunto il rifugio La Montanara facciamo a piedi l'ultimo tratto fino a Pradel per prendere la seggiovia che ci riporterà a Molveno


Scarica la traccia gps da Wikiloc

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